Sono ancora molti gli infortuni, più o meno gravi, che avvengono tra gli operatori che utilizzano motoseghe a catena portatile, attrezzature utilizzate per effettuare il taglio del legno nelle operazioni di abbattimento alberi, taglio di rami, potatura, …
E proprio in relazione alla frequenza di questi infortuni, che abbiamo più volte raccontato anche attraverso gli articoli della rubrica “ Imparare dagli errori”, è doveroso tornare ad affrontare il tema della prevenzione degli infortuni nell’uso di motoseghe, con particolare riferimento all’utilizzo di adeguati dispositivi di protezione individuali.
Ne parliamo oggi con riferimento al contenuto di un non recente, ma ancora utile, documento dell’ex Ispesl/Inail – dal titolo “Linee guida per l’individuazione degli indumenti di protezione contro i rischi meccanici nell’uso di motoseghe a catena portatili” – che riporta indicazioni per la selezione di indumenti protettivi per la protezione dai rischi meccanici nell’uso delle motoseghe portatili.
Il documento, prodotto nel 2000 e per cui antecedente al D.Lgs. 81/2008 e alle normative più recenti, sottolinea che il presupposto per la individuazione di un idoneo mezzo di protezione individuale contro i rischi derivanti dall’ uso di motoseghe a catena portatili è “la determinazione preliminare della natura e dell’entità dei rischi residuiineliminabili sul luogo di lavoro, con particolare riguardo ai seguenti elementi: tipologia dei possibili pericoli per i lavoratori, probabilità di accadimento dell’evento dannoso, sua magnitudo e durata, condizioni lavorative ed addestramento del personale”. E si possono individuare due principali tipologie di rischio connesse all’uso delle motoseghe: la prima tipologia di rischio è legata alle “caratteristiche della motosega, l’altra ai fattori esterni che concorrono all’accadimento dell’evento dannoso”.
Prima di scegliere le protezioni individuali più idonee è necessario verificare – continua il documento – l’esistenza e l’efficacia delle protezioni collettive, “intese come:
– metodologie di lavoro: “la pericolosità della motosega portatile obbliga a definire e ad impiegare corrette metodologie riguardanti le modalità di abbattimento degli alberi ed il taglio dei rami, onde evitare sia improvvisi movimenti della macchina sia restrizioni al movimento dell’utilizzatore;
– miglioramento del luogo di lavoro: la superficie del luogo di lavoro non deve permettere rischi derivanti da inciampo o scivolamento. Nel caso di rischi residui, utilizzare idonei DPI”. Quando l’ attività di taglio è effettuata in posizione elevata è bene utilizzare idonee attrezzature per il posizionamento;
– utilizzo di personale specializzato: “l’operatore addetto ad attività lavorativa effettuata con l’impiego delle motoseghe portatili deve essere persona adeguatamente formata”;
– addestramento ed informazione del personale: “il personale preposto alle attività di taglio con motosega deve essere addestrato, per quanto concerne le procedure di lavoro, il tipo di macchina utilizzato ed informato sui rischi residui”.
Dopo aver verificato la presenza di efficaci protezioni collettive e valutato i conseguenti rischi residui, si effettua la scelta di idonei dispositivi di protezione individuale per eliminare o ridurre ulteriormente tali rischi.
Il documento riporta le informazioni che è necessario conoscere: “tipo di attività e fasi di lavorazione; modalità di esecuzione dell’attività e caratteristiche delle motoseghe da impiegare; zone del corpo da proteggere; modalità degli incidenti accaduti in precedenza e gravità dei danni subiti”. E tali informazioni devono “permettere di identificare:
– la tipologia delle motoseghe;
– i movimenti che vengono effettuati con le motoseghe durante le operazioni di taglio;
– la posizione di taglio;
– la dimensione e la consistenza del pezzo da tagliare;
– la forza di esercitare con la motosega;
– le zone del corpo da proteggere;
– la severità dei danni che potrebbero derivare dai rischi residui;
– la posizione dell’utilizzatore durante il taglio”.
Veniamo alle tipologie di indumenti protettivi.
Il documento, pur sottolineando che “nessun dispositivo protettore individuale garantisce una protezione del 100% contro tagli da motosega portatile”, indica che gli indumenti protettivi “sono del tipo che assicurano la:
– protezione delle gambe e dei piedi;
– protezione delle mani”.
E l’azione protettiva di tali dispositivi viene esplicata per lo più:
– “mediante scivolamento della catena sulla superficie di protezione non permettendo il taglio del materiale;
– mediante la frenatura della catena ad opera delle fibre del materiale protettore che avendo una elevata resistenza al taglio assorbono l’energia di movimento della catena e ne riducono la velocità;
– mediante una opportuna scelta costruttiva riguardante le fibre del materiale protettore che vengono trascinate dalla catena nell’ingranaggio motore bloccandone il movimento”.
Le linee guida si soffermano poi sulle varie tipologie di indumenti riportando varie indicazioni sulla loro selezione e classificazione.
In particolare “per quanto concerne gli indumenti di protezione delle gambe e dei piedi contro tagli da motoseghe si hanno le seguenti tipologie:
– protettori delle gambe: dispositivo di protezione che copre le gambe, per esempio gambali, pantaloni”. I dispositivi si differenziano in base alle aree di protezione e in funzione della velocità della catena;
– protettori del piede: dispositivo di protezione che copre il piede e la parte inferiore della gamba, per esempio ghette, calzature professionali specifiche”. Le ghette sono delle “protezioni amovibili che servono a proteggere la parte anteriore del piede e la parte bassa della gamba. Sono fissate alla gamba mediante delle cinghie passanti sotto il piede”.
Inoltre la protezione delle mani contro i tagli prodotti da catena da motosega “si esplica mediante dei guanti protettivi contro il taglio da catena” e nella scelta del guanto, che si effettua in base alle risultanze dell’analisi del rischio, bisogna tener conto del fatto che il guanto si deve adattare correttamente alla mano dell’operatore. Infatti “un guanto di taglia troppo grande rispetto alla circonferenza della mano, può durante l’uso arrotolarsi intorno ad essa provocando cattiva presa della motosega. Una cattiva presa può risultare da un guanto con lunghezza delle dita troppo lunghe o troppo corte, mentre un guanto complessivamente troppo lungo può ostacolare i movimenti della mano”.
Rimandiamo ad altri articoli di PuntoSicuro l’approfondimento sugli eventuali indumenti per la protezione della parte superiore del corpo e concludiamo l’analisi del contenuto delle linee guida con alcune indicazioni per l’uso e la manutenzione dei DPI:
– “i dispositivi protettori devono essere indossati con le cinghie richiuse e bene allacciate. In particolare, per quanto concerne i guanti, l’utilizzatore deve controllare prima dell’uso, che le cinghie o i dispositivi simili siano correttamente stretti al polso, sia per evitare un non intenzionale sfilamento del guanto quando non ben stretto, sia per non impedire la libera circolazione del sangue nel caso opposto”;
– “prima e dopo l’uso i dispositivi di protezione devono essere controllati dall’utilizzatore al fine di verificare l’integrità degli elementi costituenti il dispositivo. Quando il materiale protettivo risulta danneggiato l’indumento deve essere scartato e non riparato. Le riparazioni del materiale non protettivo devono essere effettuate dal fabbricante o da persone da lui autorizzate”;
– “i dispositivi di protezione devono essere regolarmente controllati da persona competente secondo i tempi e le istruzioni del fabbricante;
– i dispositivi devono essere lavati secondo le istruzioni del fabbricante;
– il dispositivo deve essere usato solo nella configurazione in cui è fornito dal fabbricante. Ogni dispositivo deve avere un suo cartellino in cui vengono annotate le riparazioni effettuate;
– durante il lavoro la motosega deve essere tenuta con entrambe le mani, non utilizzata vicino ad altre persone o al di sopra delle proprie spalle”.
SCARICA LE LINEE GUIDA DELL’ISPESL 000901_DPI_motoseghe_Ispesl
FONTE PUNTO SICURO